Il locale è tra Quarto e Pozzuoli. Qui, nei dintorni, c’è una forte concentrazione di piccole e medie imprese del terziario che rappresentano il cuore pulsante dell’economia flegrea.
Qui Felice e Lino Di Bonito, giovani puteolani veraci, hanno scommesso sul loro futuro, rilevando pochi anni fa La Cantina dell’Abbazia con l’intento di realizzare un nuovo indirizzo gastronomico a Pozzuoli. Il ristorante è caldo, accogliente, costruito su principi semplici, tra i quali genuinità e semplicità corredata da un tocco di professionalità che con il tempo va affermandosi ed affinandosi: Felice è fresco di partecipazione al concorso «Piennolo d’Oro» mentre Lino è quasi alla fine del percorso di formazione professionale Ais.
Il menù è curato bene, buona proposta alla carta ed onesto menù degustazione a 32,00 euro. La carta dei vini, snella e di facile lettura, propone una buona visuale del panoroma campano e nazionale. In tavola si susseguono antipasti ed assaggini spesso non comuni, ovvero comuni alla cucina flegrea ma quasi introvabili in molti dei ristoranti dell’area che vanno smarrendo l’identità territoriale, popolare se vogliamo, scimmiottando un’alta gastronomia che li spinge a proporre piatti internazionali, anche rari e costosi, lasciandosi poi alle spalle una cultura invece radicata su pescato del Golfo, carni di animali da cortile e verdure ed ortaggi lavorate fresche.
Qui si può ben apprezzare sia piatti di pesce che di carne, in carta notiamo la zuppetta di fave e castagne, i peperoni farciti, il farro con la zucca, ma figurano anche Tempura di Gamberi, Frittura di paranza e Rombo chiazzato con le patate. Noi siamo per lo scialatiello con coniglio alla ciglianese, è il primo piatto della casa, robusto sì, ma succulento e poco replicabile se non con una cura attenta alla preparazione degli ingredienti di base, e l’estrazione familiare che vede tra le fila molti macellai è una garanzia. Garantita anche la genovese: da standing ovation.
I secondi serviti sono davvero di qualità, un filetto di maialino nero casertano saltato in padella con papaccelle e capperi, costine di capretto arrosto. Cavolo stufato e broccoli per contorno. La mia croce rimane il dessert, ci servono due dolci buoni e sinceri, il tortino di visciole, una vera delizia ed una microcassata elaborata molto bene e soprattutto presentata molto bene. Il conto sugli 80 euro un buon caffè omaggiato e servito con pasticcino (bonus). Angelo Di Costanzo
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